Inno per le Lodi Mattutine della Croce Santa del 3 maggio 1330

Nel 1280, secondo quanto tramandatoci dalla Storia narrata nella antica Pergamena, la popolazione di Offida accoglie con devozione le Reliquie (la “Croce Santa”, il Coppo e la Tovaglia) del Miracolo Eucaristico avvenuto a Lanciano nel 1273 che il Padre Agostiniano nostro concittadino Giacomo DIOTALLEVI, priore del convento di quella città, aveva donato alla sua Patria.

Vennero custodite nella antica Chiesa degli Agostiniani, anticamente dedicata alla Maddalena, ma che già nei primi anni del 1300 era detta di S. Agostino.

Non era ancora la chiesa attuale, le cui mura risalgono alla prima metà del 1300; ignoriamo quindi la prima esatta collocazione.

Non conosciamo dove, ma possiamo affermare che davanti a quel deposito, la mattina del 3 maggio, almeno dal 1330 i Frati iniziassero la recita delle Lodi Mattutine con l’inno appositamente composto dall’offidano Thomas Gualterij Guidonis che, come recita l’antica pergamena, utilizzata come copertina del registro di atti 6 del notaio n° 7 Pier Tommaso PEROTTI conservata nell’Archivio Notarile di Offida presso l’Archivio di Stato di Ascoli Piceno fu “Scritto nella Città di Fermo – il 10 del mese di gennaio dell’anno del Signore 1330 indizione 13 al tempo del nostro santissimo signore Giovanni papa…”

inno

La pergamena, mutila del margine sinistro, misura cm. 39 x 24,5. Dal margine superiore di 2 cm uno spazio di 5 cm è occupato dalla fine di un testo su unica colonna che termina con le parole: “In laudibus ymn” (Inno delle Lodi)

Segue, in unica colonna, due righe di tetragramma musicale con i primi versi dell’inno e sotto, il resto delle quattro strofe dell’inno stesso.

In fine un testo su due colonne contenente la lettera di Thomas Gualterij Guidonis che redige l’inno e lo offre agli Agostiniani di Offida.

La parte posteriore del foglio, molto degradata, è occupata dal testo su due colonne con la continuazione della lettera; a metà della seconda colonna, quella di destra, è leggibile la datazione “Scriptum i. civitate firmana – decim.° m.sis ianuarii An.o d.ni mill.o CCC tricessimo indictione xiii t.p.r sc.issimi patris n.s.ri ioh.is p.p.s” (…Scritto nella Città di Fermo – il 10 del mese di gennaio dell’anno del Signore 1330 indizione 13 al tempo del nostro santissimo signore Giovanni papa…)

data inno 1330

Il testo dell’inno, redatto in latino è il seguente:

In cruce sacra hostia

cu(m) ligno crucis posita

excelsa supra sydera

n(ost)ra dissolve vincula.

Cui(us) sacro libamine

potens pater et d(omi)ne

crucis ostende ostiu(m)

primo dierum o(mn)ium.

At intret eius ianua

colens festi sollemnia

offida tua patria

hostie s(anc)te gratia.

Hec re(d)dit grates hostie

crucisq(ue) ligno serie

de ta(n)to sacro mun(er)e

Cu(m) laude om(n)i t(em)p(o)r(e).

Am(en)

Che in italiano potrebbe suonare così:

Nella Croce Ostia Sacra

stai col legno della croce

oltre i ciel, sopra le stelle

sciogli il mal che c’incatena.

Con la tua sacra offerta

potente Padre e Dio

della croce apri le porte

del Gran dì della Tua Grazia.

Entri dunque per tal porta

Faccia a te festa solenne

Offida ch’è tua patria

grazie a Te o santa Ostia.

Grazie essa insieme rende

della croce al legno e all’Ostia

per tal dono grande e santo

a Te lode in ogni tempo.

Amen

In occasione della ricorrenza del 3 maggio 2016, ultima celebrata nell’antico Santuario di S. Agostino prima dei noti eventi sismici del 2016-2017, grazie alla collaborazione delle Monache Benedettine del nostro Venerabile Monastero di S. Marco, l’inno è stato trascritto, cantato e registrato dalle stesse Monache ed offerto nel presente audio-video in occasione della ricorrenza Giubilare dell’Anno Santo della Misericordia.

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Leggendo la data 1330 il pensiero corre alla iscrizione posta all’esterno della Cappella di S. Benedetto in S. Maria della Rocca “Anno Domini MCCCXXX tempore fratris Francisci prioris fabricata fuit et magister Albertinus fecit hic ponere” ed a quel periodo felice della nostra storia quando nella laboriosa e florida Offida si elevarono verso il cielo, quasi a sorreggerlo, a protezione della devota popolazione le moli di Santa Maria della Rocca, del Palazzo Comunale, di San Francesco e fervevano i lavori nei cantieri di San Marco e di Sant’Agostino… del bene che si possiede non si è veramente coscienti se non nel momento in cui ci viene a mancare!

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MARIO VANNICOLA – OFFIDA 3 maggio 2019

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